Whistleblowing: uno strumento chiave per la trasparenza e l’etica in azienda

Nel mondo delle imprese e del governo, il whistleblowing consiste nella denuncia di comportamenti illegali, immorali o non etici all’interno delle organizzazioni.

Per esempio: rivelazioni di scandali finanziari, abusi di potere, violazioni delle norme ambientali e molto altro ancora.

In molti casi, la segnalazione di pratiche scorrette può portare a indagini approfondite, punizioni per coloro che sono responsabili e riforme delle prassi aziendali o governative.

Per questo, un aspetto fondamentale del whistleblowing è il suo contributo nel promuovere la trasparenza, l’etica e il senso di responsabilità delle organizzazioni.

Questo non solo protegge gli interessi degli stakeholder e del pubblico, ma contribuisce anche a mantenere alta la fiducia nell’organizzazione stessa.

Gli obblighi del whistleblowing e le sanzioni per le imprese italiane

Lo scorso 17 dicembre, con l’entrata in vigore del Dlgs 24/2023, le regole già esistenti in materia di whistleblowing ampliano la loro forza e portata.

In particolare, con la nuova normativa i soggetti obbligati dovranno:

  • valutare preventivamente l’efficacia dei sistemi protezione dei dati personali (Privacy) in merito alle procedure di segnalazione;
  • predisporre opportuni che garantiscano l’anonimato del segnalante e la riservatezza dei documenti prodotti;
  • individuare un soggetto o un ufficio autonomo ed adeguatamente formato (interno o esterno all’azienda) che assicuri il corretto funzionamento degli strumenti di segnalazione.

Il decreto prevede sanzioni amministrative da 10 a 50mila euro irrogabili dall’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) in caso di:

  • mancata istituzione dei canali di segnalazione,
  • adozione di procedure non conformi al decreto,
  • mancata analisi e verifica delle segnalazioni ricevute,
  • violazione dell’obbligo di riservatezza,
  • ostacolo o tentativo di ostacolare la segnalazione,
  • ritorsioni

Inoltre, l’azienda potrebbe essere passibile di ulteriori sanzioni in caso di mancata valutazione di impatto preventiva.

Quali organizzazioni sono interessate dalla nuova normativa whistleblowing?

Attualmente, la nuova normativa whistleblowing prevede l’adozione di sistemi di segnalazione degli illeciti per:

  • tutti gli enti e società pubbliche;
  • le imprese private con almeno 50 dipendenti;

e, indipendentemente dalle dimensioni dell’organico aziendale, le aziende:

  • dotate del modello 231 finalizzato a prevenire la commissione di reati a favore o nell’interesse della società stessa;
  • operanti nei cosiddetti settori sensibili regolamentati a livello europeo come la gestione finanziaria, la tutela dell’ambiente, ed altri.

Chi può segnalare e cosa può essere oggetto di segnalazione col whistleblowing?

Le segnalazioni possono provenire da qualsiasi soggetto interno o esterno all’organizzazione che sia venuto a conoscenza di violazioni nell’ambito del contesto lavorativo:

  • dipendenti e collaboratori occasionali,
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti,
  • tirocinanti, stagisti e volontari
  • azionisti e altri soggetti con funzioni di direzione, amministrazione, rappresentanza, controllo e vigilanza.

Le segnalazioni dovranno essere prese in considerazione a prescindere che il rapporto lavorativo sia in corso, debba ancora iniziare o sia terminato.

Le fattispecie contemplate dalla nuova normativa whistleblowing comprendono omissioni o atti illeciti:

  • amministrativi, contabili, civili o penali;
  • rilevanti ai sensi del decreto legislativo 231 dell’8 giugno 2001;
  • rientranti nell’ambito di applicazione di atti nazionali o dell’Unione Europea;
  • lesivi degli interessi finanziari dell’Unione Europea di cui all’articolo 325 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea;
  • riguardanti il mercato interno.

Un esempio emblematico di whistleblowing: il caso di Edward Snowden

Un esempio emblematico di whistleblowing è quello di Edward Snowden, un ex appaltatore della National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti.

Nel 20123, Edward Snowden ha rivelato dettagli sul programma di sorveglianza di massa del governo americano scatenando un intenso dibattito globale sulla privacy, la sorveglianza di massa e i confini dell’etica governativa.

Mentre alcune persone lo considerano un eroe per aver esposto quello che vedeva come un abuso di potere, altri lo ritengono un traditore per aver violato la fiducia del suo datore di lavoro e messo a rischio la sicurezza nazionale.

Edward Joseph Snowden

Erin Brockovich e il più grande risarcimento nella storia degli Stati Uniti

Un’altra figura storica nel mondo del whistleblowing è Erin Brockovich.

Il suo lavoro di investigazione ha portato allo smascheramento di un grave caso di inquinamento ai danni delle acque delle acque della città di Hinkley in California.

Brockovich ha lottato contro le pressioni e le minacce per portare avanti la sua causa contro la società Pacific Gas and Electric Company (PG&E), responsabile del disastro.

Alla fine, Erin Brockovich ha ottenuto una storica vittoria legale che ha portato a un risarcimento per le vittime dell’inquinamento.

Pare si tratti del più grande risarcimento nella storia degli Stati Uniti: 333 milioni di dollari ai più di 600 residenti di Hinkley.

Erin Brockovich

Un atto di coraggio che richiede un forte senso di integrità e responsabilità

Attualmente, la maggior parte delle giurisdizioni offrono protezioni legali ai whistleblowers.

Queste leggi variano da paese a paese, ma generalmente proibiscono il licenziamento o altre forme di ritorsione contro coloro che segnalano in buona fede comportamenti illeciti o non etici.

Tuttavia, il whistleblowing rimane un atto di coraggio che richiede un forte senso di integrità e responsabilità.

Pertanto, è essenziale che tutte le organizzazioni pubbliche e private contribuiscano a creare e diffondere una cultura che promuova la trasparenza, l’etica e l’adozione di buone prassi.

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